Le mie favole
 
FAVOLE E RACCONTI... IN TUTTA LIBERTA'
Le favole classiche raccontate più e più volte annoiano chi le ripete, e allora....
qualche versione piuttosto impertinente.
Poi la fantasia vola..
1- Cenerentola
2- Cappuccetto rosso
3- I tre porcellini
4- Favola di Natale
Cenerentola


Sono le nove della sera, la stanza è illuminata solo dalla luce fioca di una piccola abatjour. Seduta sulla sponda del “lettone” la mamma accarezza dolcemente i capelli della sua bimba supina nel lettino di ferro laccato rosso, avvolta in un piumone morbido e caldo, che la guarda con gli occhi spalancati nel buio.
- “ Che storia vuoi che ti racconti questa sera tesoro?”..
La mamma pone la domanda di rito con la segreta speranza di sentirsi chiedere un’altra favola. Cenerentola l’ha raccontata tutte le sere nelle ultime (almeno) dodici settimane ed ormai non prova più il sottile piacere del racconto, ma solo la noia della routine, che, invece, pare rassicurare la bimba. La povera tapina della protagonista della fiaba ha variato tutte le espressioni della sofferenza, la fata ha subito tutte le possibili trasformazioni ammissibili con la trama, il principe è stato via, via più bello, più dolce, più triste, più ….più…! Le sorellastre e la matrigna hanno sfiorato la demenza e la laidezza. Tutto finisce a mezzanotte, tutto termina a tarallucci e vino! La mamma, che tre mesi fa era riuscita ad abbandonare “ i tre porcellini “ al loro destino, cerca ora una via di fuga.
-“ che ne dici di Biancaneve?”
La bimba scuote la testa.
-“ Allora Bianca e Bernie?”
Stessa risposta!
-“ Il gatto con gli stivali?”
-“ No ! Cenerentola!!”.
La voce è perentoria e la risposta univoca e irreversibile! … Si ricomincia…
-“ ..Va bene… ( sospiro) ..C’era una volta … “ Il racconto procede fluido, la voce è modulata, i personaggi interpretano il loro ruolo senza intoppi.
♫ -“ …Abracadula ..megicabula..bibiti..bobiti..buuum …” …….
La solita canzoncina con le parole inventate con il suono similare a quelle di sempre… e la zucca diventa carrozza, il cavallo cocchiere, e i topolini cavalli ….. La migliore idiozia del secolo! Perché il cavallo deve diventare cocchiere e i topolini cavalli …??? … Boh!
-“ Ma non posso andare al ballo vestita così! - dice la povera Cenerentola…
Già! Seduta in una zucca , tirata da quattro sorci, e per dappiù guidata da un cavallo…..!… al ballo ci puoi andare anche in mutande!“.. La bimba gorgoglia spalancando gli occhi ..
-“ Mammmaa!!! Che dici!!”
-“ Niente .. lascia perdere… continuiamo la storia! “.
E così Cenerentola continua ad entrare più bella che mai, neanche un capello fuori posto, nel salone. Il principe continua a spalancare quegli occhioni tanto belli e scodinzolare incontro alla “visione sublime”. Le sorellastre continuano a morire d’invidia! ( ma non crepano mai!) . Il ballo non serve più perché il principe s’è preso la sbandata della vita sua !!
Le parole che fluiscono dalle labbra della mamma sono quelle di sempre, ma i pensieri fanno curvare la bocca in un sorriso represso.
-“ Don…don.. ……Porc…Putt… è mezzanotte ..devo andare…… E Cenerentola comincia a correre come una matta verso l’uscita!”.
-“..Ma ‘ndo vai??!!?..viè qquà! … Fermate che stò a scivolà su sto marmo der cavolo!!…”
La madre è ormai partita per la tangente ! Immagina la scena con le tinte accese della borgata romana e con lo spirito irridente che nasce dalla noia. Gli occhi della bambina sono spalancati e colmi di punti interrogativi. Non capisce perché le cose non vadano come sempre. Il piccolo mondo fantastico della storia stà per essere sconvolto da un ciclone, la tragedia avanza al ritmo sempre più concitato delle parole della mamma ..
-“ Donnn… Cenerentola scappa veloce , ma le scarpette scivolano sul marmo lucido! Accidenti! Comincia anche lo scalone e chi riesce a frenare!!??.. Donnn … “quella scema della fata ti va a fare le scarpine di cristallo! Almeno ci avesse messo le suole di gomma ! …Poi accidenti! Il cristallo è fragile! Poi son dure e fanno le vesciche ai piedi! Tanto a Lei che je frega ! I calli sono miei e mica ce deve core!” .. e nello scendere Sbaradamm! .. Era logico che cascava! E che le scarpine si rompevano .. !! “ ahi…! Ahi!! .. tutti i vetri infilati nel piede! Cenerentola piange come una fontana! Il Principe la raggiunge trafelato, vede la tipa che piange, vede il sangue .. Donnn … intanto i rintocchi continuano, solleva Cenerentola tra le braccia..”
… La bimba , ormai completamente disorientata dal riso nella voce materna e dal risvolto cruento della fiaba, non sa se optare per il pianto o seguire la mamma nel riso. Il volto della madre sta mimandola scena con smorfie di dolore rese più strane dal gorgoglio delle risa soffocate.
-“ Il principe con Cenerentola in braccio sale sulla carrozza che parte al volo … Don … dieci … Don … undici .. Cenerentola si gurda il piede sanguinante e se ne frega del principe e del campanile… Don ..dodici! … Puuff! … la carrozza ridiventa zucca, i cavalli sorci, il cocchiere cavallo, Cenerentola una stracciona ..ed il principe un cretino che non capisce che diamine sia successo!! . Cenerentola continua a piangere per il male ed il principe, quasi automaticamente, la solleva dicendo “ .. Poi mi devi spiegare..” e corre verso il pronto soccorso che è in fondo alla strada. Arrivati, compare il più bel giovane che mai Cenerentola abbia visto, lavora all’ospedale e , d’istinto, sottrae Cenerentola alle braccia del Principe, che è tanto confuso da girare sui tacchi e tornare al ballo, la porta con se in ambulatorio, la medica, la consola, la seduce e se la sposa !!! E vissero felici e contenti, mentre il principe ancora gira chiedendo a tutti come fa una zucca a diventare un cavallo che tira due sorci e fa don don! “.
La mamma finalmente ride di cuore delle sue invenzioni e dell’espressione del cucciolo nel lettino!
-“ Ma mamma che cosa hai raccontato questa sera! La favola non è mica così !! Domani me la racconti bene, vero??!”
La mamma, ormai paga del male fatto alla fiaba, asciugando le lacrime del riso, riacquistata la voce tenera e tranquilla, risponde..-“
-“ .. Certo tesoro! ..ma ora è tardi e, da brava bambina, devi dormire!…” .
Cappuccetto Rosso


C’era una volta,
tutte le storie cominciano così, ma , ad essere sinceri, è solo una scusa per non rischiare una denuncia per aver violato la privacy di qualcuno, oppure per nascondersi dietro al paravento del tempo, insomma che “la volta” fosse una o due , o tre...non ce ne può cogliere di meno!, ... C’era una volta , al limitare di un bosco.. (quando ancora esistevano i boschi ! ) una bianca casetta ( ora è diventata una villetta con due metri quadrati di giardino tra due palazzoni ad alveare, con davanti il parcheggio di un ipermercato, comunque una grande comodità, visto che ti porti a casa la spesa con il carrello e poi lo lasci nel parcheggio ) .. dicevo .. una casetta nella quale viveva una piccola famiglia, papà, mamma e una bimba dai capelli biondi ( padre di capelli neri e madre pure... , nessun problema perché la bimba somigliava tutta al cugino Alfredo, insomma, biondi in famiglia ce n’erano !).
La piccola si chiamava con un nome normale, tipo Esmeralda o Genoveffa, ma tutti la conoscevano con il nome di Cappuccetto rosso, come una penna a sfera, solo perchè la mamma le aveva fatto una mantellina di lana rossa, con un bel cappuccio, che le teneva calde le orecchie e la riparava dalla pioggerellina sottile delle giornate autunnali. Nulla di strano, insomma, visto che era visibile da lontano, alta come un soldo di cacio, trotterellante sulle gambette piuttosto magroline, coperte da calze colorate.
Cappucetto rosso, (d’ora in poi la chiameremo Cap come ormai tutti la chiamavano, parenti compresi,) aveva la mania di girellare per il paese, canticchiando la famosa canzone della “vispa Teresa” di cui però non ricordava bene i versi, e quindi storpiandola a dovere, stonando a dovere e rompendo il silenzio con i suoi gorgheggi. Ma in fondo che male c’era? O.K. erano le due e mezza del pomeriggio, O.K. nella strada silenziosa anche le formiche facevano rumore,( mica era come ora che se non spari con un bazooka nessuno ti sente,) ma un pò di pazienza e il suono si allontanava velocemente.
Non tutti comunque gradivano la cosa; non sarebbe stato elegante un urlo dalla finestra tipo: “ Aho! A rasotera, vedi d’annà da tu nonna a rompe a le due der pomeriggggio! N’ciai niente de mejo da fa?!?”. Giammai tanta volgarità, riservata al popolo coatto della bassa periferia delle metropoli!!
Il suggerimento però non era male, la nonna di Cap viveva in una zona rurale poco lontana, in una cascina dal classico cortile interno, dove un tempo venivano spannocchiate le infiorescenze raccolte dalle piantagioni di mais, tra il chiocciolio delle galline e le intemperanze fulminee del gallo, gli agguati della famiglia numerosa dei gatti, e il latrare dei cani ad ogni passante. Idilliaca situazione, anche se ormai desueta, della quale rimanevano solo cani e gatti,( i primi da guardia, i secondi per i topi,) comunque sempre altamente educativa per una piccina che non voleva stare a casa , ma amava l’aria libera, le canzoni, e la natura.
Così qualcuno comperò delle belle mele rosse, qualche arancia, una bella confezione di prugne secche snocciolate (alle nonne fanno sempre piacere per l’effetto lassativo), e ne fece un bel cestino regalo, che diede alla mamma di Cap con la preghiera di farlo recapitare alla nonna, magari tramite la tanto amata nipotina, con la speranza di invogliare in futuro le passeggiate post prandiali verso altra direzione.
§ “ Cap!” disse la mamma, “ C’é da portare questo cestino alla nonna, giù alla cascina. Perché dopo pranzo non fai una passeggiatina e la vai a trovare?.. Magari ci metto anche un pò di lasagna, che gira per casa da una settimana e non riusciamo a smaltirla! Tanto, se non le va, la può dare ai cani. ... Non glielo dire! Mi raccomando!”
Già! La piccola non era una volpe, solitamente apriva bocca e le dava fiato; come quella volta che era andata a dire alla vicina che la sua mamma non capiva perchè l’impianto elettrico della loro casa si rompesse sempre quando il marito partiva per un viaggio di lavoro, e l’elettricista arrivasse di corsa e se ne andasse fischiettando! .. beata innocenza... e, visto l’elettricista, beata anche la vicina!
Così, quel giorno, dopo aver mangiato la settima porzione di lasagna della settimana, ( mezzogiorno e sera ... fosse forse colpa del postino?) Cap prese il cestino e si diresse verso il bosco, sul sentiero della cascina, che distava al massimo un chilometro. C’era il sole, c’erano le violette che occhieggiavano tra i ciuffi d’erba, c’erano Ciafff!... accidenti alle vacche che passavano sul sentiero! E adesso come rimedio non c’era che l’erba fresca e le foglie del mais che stava crescendo! La piccina si sedette sul bordo del fosso dopo aver strappato un paio di piantine di mais e cominciò l’operazione di bonifica della suola e di parte della tomaia della scarpina destra, deturpata dai residui organici di un’ottima digestione bovina, ma per poco non cadde nel rigagnolo dallo spaventoso urlo disumano dietro alle sue spalle! Un energumeno con gli occhi iniettati di sangue, la bava all’angolo della bocca, peloso come un lupo, incazzato come un toro e caracollante sulle corte zampe di bipede umano agitante una vanga, cercava di raggiungerla per farne un nuovo tipo di coltura al posto delle piante di mais.
“ Tee Sceta !!! chi t’a ga permis de ciularme el mais????” “ T’a mia na porca de mama ca te cura, nata mal come ca t’es!!!!”
La piccola, infilata alla men peggio la scarpa, prese al volo il cestino e cominciò a correre verso la casa della nonna, senza curarsi nè di dove metteva i piedi, nè del male che le provocavano i sassi su cui inciampava, ed in breve raggiunse la cascina bianca della salvezza!
Entrata nella corte finalmente potè fermarsi, con il cuore a centomila, il fiato in offerta tre per due e le mani talmente tremanti che la frutta nel cestino stava per diventare macedonia!
La porta della cucina della nonna era aperta e Cap, lasciate le scarpe fuori dall’uscio ( non erano in condizioni decenti!) entro chiamandola con voce tremante:
§ “ Nonna dove sei?”
Dalla camera da letto giunsero rumori strani e sussurrii concitati, e poi un flebile ..
§ ” Sono a letto malata, vieni, vieni pure.”
Cap, senza porsi problemi ubbidì all’invito, entrando nella camera dove la nonna “giaceva” nel letto.
§ Nonna!, ma come sei scarmigliata!
§ questa mattina non avevo voglia di pettinarmi.
§ Nonna!, ma come sei rossa!
§ Ho la febbre a quaranta!
§ Nonna!, ma ti sei infilata la camicia al rovescio!
§ Ti ho detto che ho la febbre, non me ne sono accorta!
§ Nonna!, ma di chi sono quegli occhiali che hai sul naso, i tuoi sono sul comò?!
§ A “codice d’avviamento postale!” ma nessuno ti ha mai insegnato a farti i ciazetaduei tuoi?
Se mi voglio mettere le mutande di tuo nonno, o il berretto del capo stazione sono solo fatti miei! Tu, piuttosto cosa ci fai a casa mia alle tre del pomeriggio, senza scarpe per di più !!!
§ La mamma mi ha mandato a portarti questo cestino, a proposito, è del bigliettaio della stazione, forse sapeva che stavi male! La mamma ha aggiunto la lasagna, io non ne voglio mangiare altra sono tre giorni che non si mangia che questa! Comunque per strada ho pestato una.. me..me , si insomma hai capito! E per pulire la scarpa ho raccolto qualche foglia di mais. Un bruto allora si è messo a gridare e a corrermi dietro, voleva ridurmi come quello che avevo pestato!
Ad un tratto nel cortile si sentì una voce che urlando malediceva quella piccola essenza di prodotti indigeribili estrusi da umano sfintere, e che cercava dove si fosse nascosta.
Le scarpine fuori dall’uscio, tradirono l’ubicazione della tapina, e la furia animale fatta uomo imboccò il pertugio inopinatamente lasciato aperto, catapultandosi nella camera.
§ Finalmente presa!
Disse lanciandosi sulla bimba che, con scatto fulmineo si sottrasse alla presa, facendo sbilanciare il cafone che cadde di peso sulla nonnetta, stesa sotto le coltri!
§ Ahgg! Togliti di quì maiale d’un porco! Ti piacerebbe provarci con me!
Disse la nonna con una voce cavernosa, dovuta allo schiacciamento dello sterno e del bacino sotto al peso dell’uomo.
Alla frase fece eco uno schianto ed un botto! Dall’armadio uscì il capostazione con la divisa infilata a metà ed in mano una stampella di legno che s’infranse tra le scapole del contadino incazzato. Il seguito fu una gragnuola di calci, pugni ed anche un morso dato ad un polpaccio da Cap, che, ripresasi dallo stupore, aiutava l’amico Capostazione ad eliminare fisicamente l’intruso.
Il povero disgraziato, che certo aveva reagito in modo eccessivo al danno subito, ma infondo non meritava tanto, se la diede a gambe, inseguito da un paio di bastardacci, difensori d’ufficio della casa, che, richiamati dalla confusione avevano ben pensato di metterci il carico da undici!
La nonna ormai non poteva più nascondere il suo segreto, che in fondo non aveva nulla da essere nascosto, visto che lei era vedova e lui non s’era mai accasato, e rivestitasi e raccolte mele e arance, offrì a tutti una torta di zucca preparata la mattina, e la lasagna finì nella ciotola dei cani, che interpretarono la cosa come il premio per la condotta eroica avuta nell’inseguimento del malfattore.
Da quel giorno Cap capitò spesso a casa della nonna, con e senza capostazione, con il quale aveva ormai stretto alleanza imperitura, e tutti , cittadini compresi, vissero felici e contenti.
Fine
I TRE PORCELLINI

L’inverno era ormai passato e quel mattino il sole primaverile entrava libero nella cucina della casa dalla porta-finestra spalancata riscaldando l’aria piena dei profumi delle vivande appena cotte, aggiungendo ad essi il classico odore di sole, così morbido e pieno da fondersi perfettamente con quello del cibo.
Nella luce della finestra un seggiolone bianco e rosso coccolava una bimba bruna, dagli occhi un pochino a mandorla, con al collo una bavaglia a collare bianca e verde, e tra le mani un cucchiaio che luccicava nel sole.
“Adesso la mamma ti da la pappa, ranocchietta mia!
...guarda che buona pappa ..”
“...Pappppa.. ..”
“.. Buuona vero?.. non la vuoi? .. la mangia la mamma? ... Che cosa vuoi?..”
“ ...Porcellini...”
“...Ah! ..Devo raccontare la storia dei tre porcellini! Speravo di risparmiarmela oggi! Va bene, ma intanto mangia, ...
............C’erano una volta Tre Porcellini che si chiamavano Timmy, Tommy e Jimmy , che vivevano in una terra lontana, dove ci sono tanti porcellini, porcelloni e semplici porci! Poi ci sono anche tante vacche, orsi, lupi e così via.
In quella terra gli animali hanno imparato dagli uomini a parlare e a comportarsi come loro.
I tre porcellini vivevano insieme, perchè erano fratelli, ma non andavano d’accordo, litigavano sempre come te e tuo cugino.
Timmy voleva sempre guardare la televisione e non permetteva a nessuno di usare il telecomando, Tommy portava sempre via i giochi dei fratelli e poi li lasciava in giro, così la mamma sgridava gli altri per colpa sua, Jimmy era il più grande, il più serio, e non sopportava il disordine nella sua stanzetta, ma la doveva dividere con gli altri due disordinati, non ce la faceva proprio più!
Così un giorno, stanco di tutto questo, fu proprio Jimmy che propose ai fratelli di costruire ognuno una casetta ed andare ad abitare da soli, in questo modo tutte le lotte sarebbero finite!
OH! Yesss! Disse Timmy, che adorava il Surf e aveva sempre pensato ad una bella casetta sulla spiaggia per andare sulle onde anche quando non c’era vacanza!
Tommy, invece, adorava la campagna e non vedeva l’ora di starsene sdraiato giorno e notte dentro ad un pagliaio, per sentire l’odore della paglia e del fieno, e dell’erba bagnata. Era un’idea meravigliosa quella di dividersi, tanto i genitori se ne erano andati via, vivevano con due nuovi compagni, la madre, al nord, viveva con un verro grosso al doppio del papà, con un muso da porco che sprècati!, ma chissà se sarebbe durata, visto che aveva due cosce da prosciutto che facevano impazzire!
Il Papà se la faceva a Tahiti con una scrofetta mezzo sangue, che aveva la stessa età di Jimmy, e che gli prosciugava tutte le energie tanto che ormai non era più adatto nemmeno a fare salami!
Anche Tommy era dunque d’accordo!
Jimmy avrebbe potuto restare nella stalla dove erano nati, gli altri due pretendevano solo il danaro per comperare un fazzoletto di terra e il materiale da costruzione per la baracca e il pagliaio. I risparmi fatti dal fratello maggiore erano sufficienti a soddisfare le richiesta dei due minori, quindi tutti tre si misero alla ricerca del posto adatto.
La pianura in cui vivevano aveva da una parte il mare e dall’altra delle splendide colline, sulle quali era stata costruita la stalla. La strada, che scendeva a valle, aveva la stessa forma della coda di Jimmy, e passava tra campi seminati a grano ed a mais, alternati a boschetti di pioppi e betulle.
Tommy scelse una piccola radura ai margini di un boschetto, poco lontano dalla strada, così non avrebbe avuto difficoltà a raggiungere i fratelli, in caso di necessità. Il terreno era in vendita perchè il precedente padrone si doveva trasferire in Francia, dove aveva ereditato una fattoria con vigneto e cantina produttrice di champagne doc. Che c.. ! (pardon), fortuna per lui! D’altronde era uno che, figlio di immigrati bretoni, per tanti anni aveva tirato la cinghia per farsi quel pò di terra, prima della fortuna, quindi nessuna invidia! Felici per lui e per Tommy!
I fratelli cominciarono a progettare e costruire un bel pagliaio, piano terra con pareti laterali in tavole di legno e fascine di paglia, scala interna in legno e piano rialzato in fascine, con tetto a cono, tutto in paglia scelta, trattata antipioggia, con un’ampia apertura davanti, per poter guardare il cielo. Tavolo sedie, letto, armadio, tutto di paglia di prima scelta, profumata all’essenza di fieno! Una vera sciccheria! Perfino le tende erano state tessute a mano con fili di paglia di Firenze. Le ragazze sarebbero state felici di visitare ( si fa per dire) quel meraviglioso luogo, per rotolarsi nella paglia profumata! Poi, come non plus ultra, c’era una stanza da bagno con una vasca piena di fanghi curativi, ed una doccia di polvere antiparassitaria al profumo di campagna in fiore!
I Lavori furono lunghi e faticosi, perchè Jimmy era un perfezionista, ed i fratelli non si sprecavano certo, quindi il più era sulle spalle dell’unico dotato di buon senso. Aveva provato a far capire a Tommy che forse una base in muratura e cemento armato avrebbe reso il tutto più stabile e sicuro, ed un tetto in tegole avrebbe riparato meglio specie durante l’inverno, ma chi lo ascoltava? Non certo quella testa calda di Tommy, che sognava solo di rotolarsi nella paglia con la sua ultima fiamma! Ed allora ...sia fatta la volontà dello stolto!
Finito il pagliaio, e naturalmente inauguratolo con una festa adeguatamente sgangherata, e fuori dai canoni, ( la musica a tutto volume aveva fatto scappare una famiglia di puzzole che aveva la tana a cinque chilometri di distanza!), i tre fratelli partirono per cercare il terreno su cui costruire la casa per Timmy.
La via principale costeggiava una spiaggia poco frequentata, lunga dieci Km, il cui arenile era soggetto a divieto di edificazione, ad esclusione di un’ area di soli due Km quadrati, posta al confine tra due comuni vicini che litigavano di continuo per il possesso di quel territorio, finendo per non concedere autorizzazioni all’edificazione per tanto tempo che .. alla fine non le chiedeva più nessuno. Jimmy, che conosceva bene la storia, passò in entrambi i comuni, chiese l’autorizzazione all’edificazione di una semplice baracca, tre camere, salone, doppi servizi, cucina abitabile e box auto, facendo capire all’impiegato che nell’ALTRO comune gli era stato detto che quel LORO territorio era inedificabile, che però lui era andato dal comune vicino (l’altro!) e avrebbe costruito se fosse stato autorizzato, perchè era sicuro che il terreno fosse loro! . Entrambi i sindaci firmarono la concessione, solo per dispetto all’altro e per affermare, con la loro firma, il possesso della terra. Insomma, tutto il mondo è paese, e tra i litiganti il porcellino gode come un maiale!
Così, carte alla mano, iniziarono i lavori di edificazione della baracca-villetta ad un piano, con accesso diretto al mare!
Legno di prima scelta, pavimenti in parquet, accessori bagno della Richard-Ginori con vasca ad idromassaggio salinofangoso ed asciugatura tramite lampade solari a raggi-vino (quelli uva li usano solo i maiali di seconda classe!). Naturalmente anche questa casa fu fatta senza murature, perchè ci voleva troppo tempo per fare delle fondamenta decenti, e la stagione del Surf si avvicinava.
All’inaugurazione furono invitati i due sindaci che, sbronzi come due maiali, si scambiarono solo bicchieri di vino, rum, tequila, amaretto di Saronno, limoncello, e grappa, e finirono a dormire sulla spiaggia abbracciati come amanti, dopo aver vomitato anche il pertugio finale dell’intestino. E, da allora, furono amici per la pelle.
Così ogni fratello ebbe ciò che voleva, e l’estate benedì con sole e belle maialine l’esistenza dei tre porcellini, Timmy, divenne il più quotato surfista della zona, ricercato dalle “ragazze” come un topolino da un branco di gatti affamati, Tommy si fidanzò ogni sera nella paglia, regalando sogni e numeri al lotto (10= Maiale, 32=Traditore, 27=Cretina, 9=Gravidanza, 80=Tragedia) che uscirono ben tre volte in un mese, Jimmy, rinforzò le fondamenta in muratura della vecchia stalla, con l’aggiunta di pilastri in cemento armato sotto la soletta del pianterreno, imbiancò tutte le pareti e, riarredate le camere dei fratelli, si dichiarò alla Rosa, la porcellina che amava da sempre, e convolò con lei a giuste nozze.
Ma il destino non sempre è benevolo con chi si fa gli affari propri e...
Nella zona viveva un lupo di nome Ezechiele, Lele per gli amici, un tipo ben conosciuto nella zona, infatti possedeva le stazioni radio dei due comuni sopradetti, aveva costruito un paio di quartieri nelle vicinanze delle città, aveva fatto urbanizzare tutta la fascia compresa tra la città e i quartieri a spese dei comuni, aveva messo suo fratello a capo delle più importanti compagnie commerciali della zona, e suo cognato , uno strano individuo con la lingua saettante e biforcuta anche se appartenente alla specie dei lupi, gli parava le terga con adeguate teste di legno e con piuttosto costoso proselitismo ad ogni livello. Anche a livello politico era ben legato con cani e porci, per avere da ogni parte le migliori occasioni per il proprio vantaggio. Molti ammiravano la sua innata capacità di manovrare le situazioni in modo da averne il tornaconto migliore, ma si trattava solo di incroci genetici, che della specie dei lupi avevano poco, generalmente rimanevano loro solo le zanne ,che però si cariavano inevitabilmente con facilità, e il pelo dentro allo stomaco, che serviva a poco visto che non riuscivano mai a saziare il loro appetito avendo i lupi il monopolio della cacciagione. Ezechiele aveva sposato, in prime nozze, una lupa, conosciuta quando aveva ancora poco danaro, anzi, giocava a comprare cose senza danaro e rivenderle prima di averle pagate, spuntando un prezzo maggiore, in contanti, con cui sanava il debito precedente, Una situazione ad alto rischio, che non sempre andava dritta, ma da cui egli riusciva ad uscire grazie alle “amicizie” che aveva. Da questa Lupa aveva avuti più figli, ai quali aveva insegnato il gioco del “quello che dico io è vangelo, altrimenti fuori o ti sbrano”. E la famiglia crebbe sana forte , ma non felice, infatti Lele si era invaghito, dopo pochi anni, di una lupetta smorfiosa, che girava per i set cinematografici, non molto colta, ma molto sviluppata nelle parti giuste, così, dopo un divorzio, convolò con lei a giuste nozze, e ci fece altri cuccioli che, tra scuole private e relazioni con altri lupi con la puzza sotto il naso, crebbero talmente presuntuosi da debuttare in società come lupi con il pedigree.
Pensare che ci fosse nella contea qualcosa che Ezechiele non potesse dire suo, era quasi un’offesa alla morale! Cose da maiali comunisti!
“....Quelli vogliono tutto loro! Non vorrebbero che avessi il possesso di tutte le radio e televisioni della zona, non parliamo dei giornali poi, loro dicono che son tutti miei ed invece ne hanno uno anche loro! E su quello dicono male di me!”
diceva. Era legato a doppio filo con i politici del partito dei falchi, che si decoloravano le penne per sembrare colombe, ma non sempre riuscivano a nascondere gli artigli, anche se facevano tutti i giorni i gargarismi col miele per addolcire le loro voci.
Un giorno, passando con lo Yacht davanti alla spiaggia, aveva osservato la baracca di Timmy, ed aveva pensato che, su quella spiaggia avrebbe potuto farci un bel villaggio turistico, con piscina, campi da tennis e ristorante a sei stelle, molto esclusivo, così s’informò dal sindaco,suo compaesano e del partito dei falchi, in merito alla proprietà.
“ Lo convinco io a vendere! Poi ti do la percentuale e per il comune sarà un trampolino di lancio!” disse la Sindaco che gli suggerì di tirare dentro all’affare anche l’altro sindaco... un bravo camerata!
Così Timmy fu contattato da una schiera di avvocati, accompagnati da portaborse con la giacca rigonfia sotto l’ascella. Se vendeva il terreno avrebbe avuto la direzione del Club Esclusivo, sarebbe stato l’attrazione principale come Trainer della “scuola di Surf del campione Timmy”, avrebbe potuto conoscere maialette di razza, e pranzare con lupi di grido, nessuno avrebbe mai fatto salami con le sue carni! Parola di Ezechiele! Altrimenti....... Tim, Tim, ..prosciuttin...!
Come rinunciare ad una tanto gentile e “succosa” proposta?
Timmy pensò di consultarsi con i fratelli, ma una graziosa porcellina, infilatasi “per caso” nella sua vasca idromassaggio, lo convinse a capitolare velocemente, e Timmy divenne la testa di legno di Ezechiele nella gestione del “SuperSurf Club”, mantenendo la sua casa come reception del villaggio, composto da bungalow immersi nella pineta, con spiaggia privatissima fornita di idromassaggio con acqua marina, e massaggiatori e massaggiatrici bravissimi e disponibilissimi, nonchè prezzi da almeno tre zeri in euro!
Ma un’altra situazione stimolava la fantasia e l’orgoglio di Ezechiele, e si trattava della piccola proprietà di Tommy che, guarda caso, era confinante con le proprietà di due cari amici del lupo, che si erano messi in testa di fare un’azienda agrituristica, ma quel porcellino che divideva le loro terre mandava a monte i loro progetti. Non fosse mai! Due amici fraterni che potevano diventare ricchi e non ci riuscivano a causa di un innocuo maiale? Come si usa dire.. “ o ci vendi la terra , o facciamo SALAMI!”. Ma solo così non sempre si ottiene quello che si desidera. Ed allora si può offrire la direzione dell’ “agriturismo del maialino rosa”, con servizio di Bed and Brekfast, e per il resto ci pensavano gli altri, naturalmente la casa di paglia sarebbe stata ampliata con l’aggiunta di almeno altre cinque stanze con servizi adeguati, ed una cucina con tutte le comodità, compresa una cuoca più brava di quella del club sulla spiaggia. Tommy, in fondo non gradiva di essere oggetto di minacce, dopotutto voleva solo spassarsela con le sue amichette, e un agriturismo gli avrebbe fornito tutta la varietà possibile, (poi un direttore ci smicia mica di poco!), così non ci pensò che pochi istanti e firmò un contratto bicentenario per l’uso della sua casa come suggerito dai due emissari del lupo. All’inizio ci fu un pò di confusione per i lavori, ma poi non fu certo scontento nel vedere che il giro di ospiti offriva vantaggi sia economici che in natura!
Jimmy ad ogni novità scuoteva la testa e si ripeteva che la vita era loro, che erano ormai grandi, che lui aveva fatto anche troppo, e poi ormai aveva famiglia, che cosa poteva fare se quegli sconsiderati non avevano la testa sulle spalle come lui, e si lasciavano affascinare da quel venditore di illusioni, la cui caratteristica più spiccata era quella di mentire a proprio vantaggio, fino a convincere la maggior parte dei suoi conoscenti di essere assolutamente onesto e, per di più, anche perseguitato dai comunisti invidiosi e malvagi!
Così passava le giornate dividendosi tra i lavori della stalla e dell’orto, e il rinforzo delle pareti della sua amata casetta.
La vittoria del lupo Lele, per essere completa, mancava solo della proprietà di Jimmy.
La banda iniziò a tastare il terreno, con la prospettiva di un allevamento di bovini da latte d.o.c. ed annessa produzione di formaggi di qualità selezionata per la vendita solo nelle “boutiques du fromage” in coppia con vini d.o.p. oppure d.s.p.q.r (decisamente solo per qualche riccone) prodotti nelle cantine del gruppo “anche” con l’uva (tanto chi se ne sarebbe mai accorto! Il marchio fa la qualità!). L’azienda agricola “La bella Rosa” aveva tutte le caratteristiche per finire nello spot del “Cielo azzurro” come simbolo di purezza della catena di produzioni alimentari facente capo alla solita combriccola.
Dapprima gli inviti furono cortesi, melliflui, caldamente solleciti e adeguatamente remunerativi, poi sempre più pressanti esottilmente allusivinei confronti delle salumerie della catena.
Ma il destino ha le sue strade imprevedibili, e,mentre la trattativa era ancora in corso, dopo un inverno né troppo freddo, né troppo caldo, venne un’estate talmente piovosa che tutta la campagna ne fu allagata, i raccolti andarono persi, di turisti manco l’ombra, e Tommy dovette essere salvato da una motobarca dei pompieri, mentre stava abbarbicato al ramo più alto del ciliegio che cresceva da anni (per fortuna) dietro al pagliaio.
Per Timmy fu ancor peggio, infatti una mareggiata, figlia di una leggera scossa tellurica con epicentro al largo della costa, che nessuno poteva prevedere, portò via bungalow, baracche, sdraio ed ombrelloni, e, per poco, non fece affogare anche lui, che si salvò solo perchè si era legato ad un canotto che il vento trascinò fino a cinque Km dalla costa , ma verso l’interno, tanto era tutto allagato!
Così Ezechiele si ritrovò con tanti danni che nemmeno le abbondanti sovvenzioni statali che sicuramente avrebbe ottenuto sarebbero state sufficienti a coprire, con un terreno che non avrebbe dato frutti per almeno tre anni, e con tanti dipendenti che, perso il lavoro, chiedevano di essere pagati almeno per il periodo precedente.
Ma Lele i conti li sapeva fare e l’unica soluzione era di prendere i soldi, ricostruire solo le case, e lottizzare il tutto rivendendolo sul mercato dopo qualche anno, quando l’evento fosse dimenticato e ...chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato! Ù
Timmy e Tommy, a quel punto non poterono far altro che, con la coda fra le gambe, tornare da Jimmy, che, fatta loro la giusta ramanzina, li assunse come stallieri, e, nel tempo, fu per loro un padrone inflessibile, ma giusto, come il suo gran cuore gli suggeriva, e aiutandoli a ricominciare tutto da capo, dando loro una piccola casa in affitto, e aiutandoli a trovare una brava scrofetta che dividesse con loro un’esistenza serena!

.................. Finita la storia ..................finita la pappa!.......... Ed ora andiamo a cercare il gatto... vedrai che è nascosto sotto il cespuglio del giardino.........
FAVOLA DI NATALE

Dietro i vetri della finestra la tenda ondeggiava leggera, quasi mossa da un alito di vento; Seduta sul divano, la mano abbandonata in una carezza continua sulla testa del cane, Madame ne osservava il movimento, nella luce di ghiaccio del tardo meriggio di quella stupida giornata invernale. Presto comincerà a nevicare, pensava , ed il pensiero aveva il colore della luce e la lievità della neve, e non lasciava quasi traccia nella mente, mentre si allontanava nelle strade aggrovigliate del cervello a cavallo di un bizzoso impulso elettrico, che sconvolgeva gli equilibri cellulari in cui incappava.
Lentamente gli occhi presero a fissare un punto lontano, creando contorni di ombre grigie, e nelle orecchie prese vita in suono, sempre più netto e sempre più vicino, una cantilena di natale, dalle parole senza senso, ma dalla melodia ben nota. .." ..Ui .scio ..Meri crismas…….. ui uiscio a meri crismas end epi niu ir… .." e di nuovo…e di nuovo…Ma nella casa non c'era nessuno oltre a Madame ed al suo cane, e la strada era lontana , troppo lontana per un suono così netto. La tenda oscillava sempre di più, ma non c'era alcun alito di vento, e la voce ripeteva all'infinito la cantilena, sempre più vicino alla signora, che quasi per istinto protese una mano verso il suono ritirandola poi di scatto. Aveva toccato qualcosa che però non vedeva! Protese nuovamente la mano guardando attentamente la punta delle dita. Ad un certo punto cominciavano a scomparire ed iniziava la sensazione tattile. Anche la mano spariva e… il suono s'interrompe, per un attimo il silenzio prende la forza di un boato, poi dal nulla dove spariva la mano arriva uno scroscio di risa, la voce è melodiosa ed infantile , .." .. mi fai il solletico !! Chi sei ? vedo solo le tue dita.. sembri una signora!…" Madame cerca disperatamente di collegare le sensazioni tattili con quelle uditive e con i pochi elementi scientifici che avrebbero dovuto spiegare il fenomeno, ma lo stupore paralizza le sue facoltà. La voce riprende.." Ehi!! Non ti spaventare!! Non c'è nulla di cui avere paura ! E' solo un normale fenomeno fisico! Non te lo hanno spiegato a scuola?…" Madame prende fiato e proferisce un "no" talmente flebile che non muove quasi l'aria. ..".. Certo.." dice la voce ".. non mi capacito mai di come la mia dimensione, pur essendo parallela alla vostra sia tremendamente più sviluppata!.. forse sarà merito della struttura dell'antielettrone che riesce , con la sua carica positiva , a favorire tutte le attività cerebrali, le sinapsi vengono attraversate più facilmente per uno squilibrio di potenziale opposto al vostro! "… Madame prende nuovamente fiato e si raddrizza sul divano. Il cane non mostrava segni di nervosismo anche se seguiva attentamente le mosse della padrona. Forse non sentiva la voce…..forse si trattava di un sogno…" perché il cane non sembra sentirti? …. Cosa significa antielettrone?.. dimensione parallela.. che cos'è?.." .." Si, calma, ora ti spiego; Neppure io ti vedo ma ti sento soltanto, se passi attraverso la zona di perturbazione posso vederti, ma non lo fare totalmente perché poi no so se potresti rientrare nella tua dimensione, il passaggio potrebbe essere irreversibile o causare danni permanenti al ritorno. Sono colta ma non sono un'esperta del fenomeno. Sai che esiste l'antimateria…… è formata esattamente come la materia che tu conosci, protoni, neutroni, elettroni, ma con cariche esattamente opposte, cioè il protone dei miei atomi è negativo, dei tuoi è positivo, ma hanno la stessa massa e la stessa disposizione nel nucleo. E così anche per gli elettroni che, per me , sono positivi per te negativi, l'unica differenza è nel campo generato dallo spin……sai di che si tratta?" …"no" …. " L'elettrone gira su se stesso generando un campo elettrico che ha un verso opposto nelle due dimensioni… quali caratteristiche determini ..non lo so.. , ma , se pure siamo uguali come forma e dimensioni , abbiamo occhi, naso, bocca, eccetera anche noi, pure siamo più evoluti della vostra specie, i nostri esperti hanno inventato delle lenti particolari che permettono di vedere la vostra dimensione, per questo so come sei fatta. Ogni tanto tra la materia e antimateria si forma una specie di fascia di transito per cui possiamo entrare in contatto. Il Cane sente la mia voce ma non mi vede… quindi pensa sia la radio.. o la televisione…… voi siete ancora con la televisione non è vero?…… " .." Si, sono sconvolta! Perché nessuno ha mai parlato di questo? …..eppure non devo essere stata la prima……" .." Certo che no!.. non ci facciamo sentire spesso, ci piace giocare sugli equivoci…. In fondo è la nostra televisione, giocare con voi…..Mai sentito parlare di fenomeni paranormali?.. Siamo noi che facciamo spostare i tavolini nelle sedute spiritiche! Come ci divertiamo a rispondere secondo scemenza alle vostre paure!…. Abbiamo dei piccoli apparecchi che si comperano nei supermercati, che ci permettono di attraversare le perturbazioni, ma voi non potete vederci perché non rifrangiamo le vostre lunghezze d'onda, ma altre a voi invisibili, Ho visto la tua mano perché stavo indossando gli occhiali dell'altra dimensione, li ho presi quando mi sono sentita toccare. ".. " perché ti sento?".. perché sfruttiamo le stesse lunghezze d'onda nel campo dei suoni, e questo ci permette di sentire da uno spazio all'altro. " …" Allora tutte le storie di fantasmi.." .." Ah! Ah! .. Certo ..è sempre molto divertente… Pensa che la scorsa settimana ho comperato un pacchetto viaggi per un castello scozzese…in quella zona sono frequentissime le perturbazioni!! Il prossimo fine settimana , con mio marito e la bimba andiamo a spaventare qualche turista in cerca di emozioni!!".. .. " Pacchetto turistico?.." … "certo…. Visitiamo la nostra Scozia … e spaventiamo la vostra….." .. " Ma non ci sono rischi?" …." No! .. forniscono tutta l'attrezzatura necessaria direttamente nel pacchetto!"…".. ma il contatto tra materia e antimateria non dovrebbe creare l'annichilimento della materia?.." …" Certo se avviene in condizioni di stato normale e non perturbato come ora!.. Nella perturbazione dimensionale le caratteristiche personali restano invariate ma non entrano in contatto con gli opposti per una sorta di campo in opposizione… non lo so spiegare meglio… è un fenomeno legato al campo elettrico generato dalle nostre strutture opposte, che non si attira ma può coesistere.. non mi chiedere di più! .." .. " Quanto dura questa perturbazione?".. " è stata inattesa quindi da un momento all'altro può chiudersi…a proposito Mi chiamo Anna e tu?…." .. " Anna anch'io. Quanti anni hai?… io cinquanta..".." Anch'io cinquanta e sono sposata con una figlia che si chiama Sonia."….." Sonia come mia figlia!… senti .. tuo padre si chiamava Nino? E tua madre Eva?" .." Già!!!! … E' un fatto eccezionale incontrare il proprio opposto! .. Sai che siamo esattamente uguali?.. Ho infilato la testa nella perturbazione e ti ho vista! .. ".." .. sono perplessa, ma la cosa mi piace.. vivi una vita uguale alla mia?…." …" Non credo, ma solo perché le realtà sono diverse, però qui sono quello che saresti tu se fossi al mio posto.." .. " cioè.. che vita fai? ".. " .. insegno, come te, ma nelle nostre scuole dove tutto è più tecnologico, ci pagano meglio di voi, sappiamo tutto dai racconti dei viaggiatori fra le due dimensioni, e, poi, sono stata eletta nella commissione del diritto alla felicità e sto facendo un ottimo lavoro, specialmente con i ragazzi….. sono riuscita ad introdurre delle macchine che permettono di sentirsi felici solo quando si apprende una cosa nuova!" .." Invidia feroce! Ecco cosa sento! Darei la metà dei miei organi interni per avere la macchina!"…" pazienta ! Arriverà presto anche da voi, visto che tutto comincia dalla realtà virtuale.. quella con casco e guanti…..noi non la usiamo più…ormai tutto è diventato micro….. basta un elettrodo sulla tempia e puoi fare……l'amore con chi ti pare o essere gratificato da una torta senza mangiarla davvero, o imparare ed essere felice!" …" Spero di vederla questa realtà.. per ora comincerò a sognarla..".. " la perturbazione si stà chiudendo. Ciao….Se si riapre torn……"….." ciao….." Madame si riappoggia allo schienale del divano….gli occhi si perdono nel grigio del pomeriggio……cominciano i primi fiocchi di neve……domani è Natale.